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Outlook sul mercato dell'imbottito 2022-2023

Intervista di Giulia Taveggia, CSIL partner

Rispetto al 2021, che è stato un anno positivo per il settore del mobile, come vedete i primi dati 2022 in generale e in particolare sul mercato dell'arredamento imbottito?

Secondo le ultime stime CSIL di novembre, il 2022 si sta chiudendo con una lieve crescita della produzione per l’intero settore del mobile, risultante di un andamento a due velocità, con una prima parte dell’anno di ottima tenuta del settore e una seconda caratterizzata da un progressivo deterioramento delle prospettive economiche interne e internazionali, condizionate dalla forte incertezza globale.

 

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Tutti i comparti registrano incrementi. Il comparto degli imbottiti è stato il settore più dinamico nel 2021, soprattutto grazie alla componente estera che detiene una quota importante (oltre il 75% della produzione viene esportata).
Anche nel 2022, il segmento dovrebbe registrare un andamento positivo, ma molto più contenuto rispetto al 2021, riconducibile a prospettive di domanda più ridotte, che dovrebbero essere però comunque migliori sui mercati internazionali.

 

Esportazioni e mercato interno, qual è la fotografia a oggi?

La propensione all’export delle aziende produttrici di mobili imbottiti in Italia segna uno dei valori più alti tra i principali dieci produttori al mondo, dopo solo a Vietnam e Polonia. I principali mercati di sbocco per i prodotti italiani sono la Francia, che assorbe oltre il 20% delle esportazioni, seguita da Cina e Stati Uniti. Le esportazioni hanno mostrato aumenti importanti su tutti i principali mercati esteri, ma soprattutto negli Stati Uniti dove i prodotti italiani hanno aumentato la loro competitività rispetto a quelli asiatici a causa dei costi di trasporto inferiori e dei tempi di consegna più brevi.
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito si segnalano crescite vicine al +40% (a prezzi correnti, incluso l’aumento dei prezzi che è significativo nel 2022) nel primo semestre del 2022, rispetto a un incremento medio del +20% nel complesso di tutte le destinazioni. In un orizzonte temporale di dieci anni, il mercato interno dei mobili imbottiti in Italia ha mostrato una leggera crescita. Nel 2022 si stima possa raggiungere un valore di circa EUR 1,2 miliardi (valore a prezzi alla produzione). Poco più di un terzo del mercato è soddisfatto da prodotti importati, principalmente da paesi europei e dalla Cina. Nel primo semestre del 2022 le importazioni hanno continuato a registrare tassi di crescita a doppia cifra. Tuttavia, le incertezze dettate dalla guerra,
l'aumento dell'inflazione e dei prezzi energetici che stanno erodendo il potere di acquisto delle famiglie inducono a prevedere un rallentamento nella seconda parte dell'anno.

 

Come CSIL avete una visione globale del mercato, come si posiziona l'Italia nel contesto
mondiale dei produttori?

L’Italia è il quinto produttore di mobili imbottiti al mondo, secondo in Europa, dopo la Polonia e detiene la quarta posizione nella classifica degli esportatori mondiali dietro a Cina, Vietnam e Polonia. Negli ultimi dieci anni il settore è cresciuto in media del 5% all’anno, superando nel 2022 il
valore di 3 miliardi di euro. La propensione all’export delle aziende italiane è cresciuta di quasi 10 punti percentuali dal 2012, ed oggi oltre il 75% della produzione di imbottiti è assorbita da mercati esteri. Nel primo semestre del 2022, le vendite sui mercati Extra-UE stanno mostrando un aumento
superiore rispetto a quelle sui mercati dell’Unione Europea grazie soprattutto alla performance più positive sui mercati statunitense e inglesi.
La struttura produttiva è caratterizzata prevalentemente da aziende di piccola-media dimensione in termini di fatturato operanti in differenti distretti produttivi. Importanti players a livello mondiale competono soprattutto nella fascia alta del mercato e sono caratterizzati prevalentemente da una
dimensione aziendale superiore alla media. Secondo il ranking CSIL delle principali 100 aziende per produzione di mobili imbottiti al mondo, 9 sono italiane.

 

Quali sono le vostre previsioni per il 2023?

Si ritiene che nel 2023 il comparto, che ha registrato la performance più brillante in questi ultimi due anni, registrerà una contrazione, scontando un calo fisiologico leggermente superiore rispetto alla media di settore. Le principali determinanti della domanda (compravendite di abitazioni e investimenti residenziali) hanno registrato ottimi risultati nel primo semestre del 2022, ma tale andamento dovrebbe indebolirsi nella seconda parte dell'anno e lungo tutto il 2023. L’elevata incertezza che caratterizza la congiuntura internazionale per gli sviluppi dell’invasione dell’Ucraina, l’impatto dell’elevata inflazione sul reddito disponibile, pesano sulla fiducia e contribuiscono a frenare la crescita, specialmente a partire dall’ultimo trimestre del 2022.

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