Quanto poi all’assunto che la digitalizzazione sia incompatibile con la sartorialità, la mia opinione è esattamente opposta: l’analisi rigorosa dei dati e la robotizzazione collaborativa saranno sempre più importanti per garantire il livello di qualità e di performance operativa che il nostro settore richiederà in misura sempre maggiore. Ad esempio, gli interni delle vetture che noi realizziamo in Poltrona Frau per i più prestigiosi brand di auto di lusso, sono totalmente custom made con ogni vettura diversa dalle altre e prevedono processi ad altissimo contenuto di manualità, ma devono essere industrializzati rispettando i rigorosi canoni di certificazioni, qualità e ripetitività richiesti dall’industria automotive, anche se di lusso. Questa apparente dicotomia la viviamo ogni giorno: dobbiamo essere capaci di stimolare al massimo la creatività e il design, ma allo stesso tempo di certificare il processo in modo assolutamente industriale.
Sono fermamente convinto, inoltre, che le nuove tecnologie possano valorizzare l'intelligenza e le competenze dell'uomo, si tratta di amplificatori di conoscenze, non di surrogati, di tecnologie che potranno liberare le energie e conoscenze non sostituibili e che solo in ambienti come il nostro possono essere sviluppate.
Data la sua esperienza pregressa nel mondo automotive, quali expertise ha potuto portare nel mondo dell’arredamento?
Non c’è dubbio che il prodotto mobile, sebbene di lusso, sia intrinsecamente più semplice di un’automobile, tuttavia anche l’arredamento deve rispondere a requisiti di qualità e competitività, tipiche di mercati di dimensioni e complessità più elevate.
Di conseguenza, mentre dal punto di vista meramente tecnologico non si può mutuare molto dal settore Automotive, diverso è invece se parliamo di approcci e metodologie industriali. Per esempio in Lifestyle Design abbiamo individuato aree come la logistica delle spedizioni o gli acquisti indiretti (come energie, manutenzioni, information technology) le cui best practice sono assolutamente trasversali rispetto a molti settori industriali.
Nella logistica, ad esempio, prima che creassimo un’unità centrale, ogni brand spediva i prodotti in modo indipendente in tutto il mondo; probabilmente i nostri mobili viaggiavano già insieme sullo stesso container, ma noi non lo sapevamo. Detto così il consolidamento sembra semplice, ma quando si ha a che fare con 4 aziende diverse ognuna con le proprie richieste e con portafogli cliente molto diversi, le complessità crescono.
Ci dà un commento sulla situazione del mercato attuale?
Lavoriamo certamente in un settore privilegiato.
Sia l’anno scorso che il primo trimestre 2022 sono stati estremamente positivi, molto migliori anche del 2019. Se però guardiamo ai prossimi mesi è difficile pensare che la crescita si possa mantenere allo stesso livello: le filiere di materie prime e componenti sono in crisi, gli aumenti di prezzo degli ultimi 15 mesi sono senza precedenti nella storia del settore e raggiungono il 7-10% del costo di prodotto. Negli ultimi anni siamo riusciti a contenere o annullare gli impatti grazie ad una serie di importanti iniziative di cost reduction, ma quest’anno risentiremo sicuramente di più di questi fattori esogeni. Agli aumenti dei materiali si aggiunge la criticità logistica: considerate che dalla Brianza a Los Angeles mediamente ci volevano 42 giorni per consegnare la merce, negli ultimi quattro mesi la media è quasi del doppio: mancano i container, alcune partenze di navi sono state cancellate e le attese al porto di destinazione prima dello sbarco possono raggiungere anche i 30 giorni. Sono tutti fenomeni che non accennano a smaltirsi e con cui molto probabilmente dovremo fare i conti nei mesi a venire.
A che punto siete di questo viaggio verso l’eccellenza operativa?
Si tratta di un percorso in continua evoluzione: non c’è mai un arrivo definitivo. Ancora oggi, dopo più di due anni, mi confronto quotidianamente con gli Amministratori Delegati dei brand e si tratta di una sorta di continua negoziazione perché ogni leader deve essere a bordo e credere nel percorso strategico comune.
Certo oggi il confronto è su temi abbastanza sofisticati come l’affidabilità del lead time o la competitività di lungo termine della base di fornitura. Avere strategie di sourcing concertate è molto importante e l’interazione è essenziale. Riusciamo ad essere competitivi perché siamo verticalmente ben integrati e siamo in grado di fare efficienza nelle nostre fabbriche. Se dovessi fare un assessment quantitativo, direi che dal punto di vista operativo siamo oltre metà percorso, mentre per quanto riguarda la strategia di lungo termine dobbiamo ancora attuare alcune azioni di ristrutturazione importanti. Lifestyle Design è per sua natura una “macchina da acquisizioni” pertanto non ci fermeremo e continueremo a crescere sempre alla ricerca dell’eccellenza.